Dopo circa 2 anni dalla sua applicazione, è stato pubblicato, dalla Commissione Europea,  un rapporto di valutazione  sul Regolamento Europeo riguardante i dati personali (Gdpr).

Il rapporto evidenza come siano stati raggiunti la maggior parte degli obiettivi fissati.

In particolare, garantendo un insieme di diritti e un nuovo sistema europeo di controllo a tutti i cittadini UE.

Il Gdpr (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) è stato un valido supporto per le soluzioni digitali per problematiche impreviste, come la crisi del paese in fase di emergenza Covid e ha permesso un aumento dell’armonizzazione delle legislazioni.

Vediamo alcuni aspetti interessanti emersi dal riesame del Regolamento Ue.

Sono proposte una serie di azioni che coinvolgono: Commissione; Autorità di protezione dati; Soggetti pubblici e privati e Stati membri atte a semplificare l’applicazione del Gpdr, alle piccole e medie imprese.

L’obiettivo finale della Commissione, è quello di diminuire la frammentazione normativa, di incrementare uno sviluppo di cultura europea della protezione dei dati e l’applicazione delle norme.

L’interpretazione di tutto ciò necessita di un supporto delle Autorità di protezione dati, e la cooperazione fra le Autorità, spronate ad usare tutti gli strumenti messi a disposizione dal Regolamento.

Dal riesame del primo biennio di vigenza del Regolamento Ue, è emerso che:

  • il Regolamento migliora la chiarezza e permette di avere piena conoscenza dei diritti di cui godono le persone nell’Ue;
  • è stata incentivata la partecipazione all’evoluzione digitale, tramite un criterio basato sul rischio e sui principi della protezione dei dati in base ad un idea di impostazione predefinita (privacy by design e privacy by default);

Per incrementare la sicurezza della protezione dei dati, le Autorità, adottano tutti i poteri correttivi messi a disposizione dal Gpdr, come gli avvertimenti e gli ammonimenti fino alle sanzioni pecuniarie, ma devono essere sostenute con le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie.

Si sta cercando di ottimizzare il sistema di trasferimento dati transfrontaliero.

Tra il 25 maggio 2018 e il 31 dicembre 2019, sono stati presentati, tramite lo “sportello unico” 141 progetti di decisione relativi a reclami transfrontalieri, 79 dei quali hanno portato a decisioni definitive. Sulla materia sta lavorando anche l’Edpb (il Comitato europeo per la protezione dei dati formato da rappresentanti di tutti i Garanti europei) attraverso l’elaborazione di linee-guida interpretative ed attuative.

Bisogna lavorare alla modernizzazione dei meccanismi usati per i trasferimenti dei dati personali al di fuori dell’UE, come le clausole contrattuali standard, le più usate dalle aziende per i trasferimenti, in seguito, anche agli sviluppi della giurisprudenza della Corte di giustizia.

Per tal motivo, la Commissione ha intenzione di lavorare con l’Edpb, evidenziando, in aggiunta, anche la continuazione dei negoziati internazionali per valutare l’idoneità alle norme europee dei paesi extra-UE, usufruendo degli accordi internazionali di mutua assistenza, affinché l’applicazione del Regolamento sia più efficace.

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