In fase di lockdown lo smartworking, ha reso possibile la continuità delle attività lavorative.

Tuttavia, il maggior utilizzo di internet, ha causato  nel secondo trimestre 2020, in piena emergenza Covid, come riportato dal report elaborato dall’Osservatorio sulla cybersecurity di Exprivia, un incremento degli attacchi informatici di oltre il 250%.

Nel primo trimestre si erano registrati 47 attacchi informatici, nel secondo 171, con un picco di 86 solo a giugno, mese in cui le aziende, la pubblica amministrazione e i privati, hanno subito maggiori attacchi e violazioni ai danni della privacy.

I settori più colpiti:

  • il 26% verso settori private
  • il 18% verso la Pubblica Amministrazione.

Gli attacchi informatici, sono sempre più sofisticati, e in continua evoluzione.

Gli esperti di Exprivia, ritengono in merito, che lo smart working insieme ai prolungati tempi di connessione ai social, siano la causa di questo incremento.

Il 60% circa degli attacchi ha determinato il furto dei dati, con conseguenze, per l’ 11% dei casi, di violazioni della Privacy e, per il 7%, di perdite di denaro.

Elevati rischi sono stati segnalati anche per i sistemi di videosorveglianza, associate alle attività degli hacker, che mediante attacchi mirati hanno arrecato danni di funzionamento e accessi alle immagini.

Inoltre, da aprile a giugno, c’è stata una crescita oltre il 700%, di attacchi hacktivistici, con azioni correlate ad argomenti di attualità come ad esempio: black-lives-matter e revenge-porn. Si sono quadruplicate le truffe tramite phising e social engineering, + 307% rispetto al primo quadrimestre.

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